Parrocchia S.Maria Assunta - Stia (Ar)


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Suore Carmelitane

Istit.Nostra Sign. del Carmelo

Madre Maria Teresa Scrilli

«Signore, da me nulla posso, e se anche potessi, nulla vorrei, perché altro non desidero se non che sia fatta in me, sopra me… voluntas tua. Fiat» (Autobiografia della Serva di Dio).
È questo il filo d’oro che attraversa tutta la vita della Madre Maria Teresa Scrilli: l’abbandono fiducioso in Dio e l’obbedienza totale, incondizionata, alla sua divina volontà.
Maria Scrilli nacque a Montevarchi, provincia di Arezzo, diocesi di Fiesole, il 15 maggio dell’Anno Santo 1825 da Ireneo e Serafina Checcucci, coniugi benestanti, che vollero dare alla loro figlia una buona formazione culturale, morale e cristiana.
Ancora bambina faceva programmi di vita che esprimevano il suo grande desiderio di piacergli in tutto. Era dolce, amabile, vivace di carattere, che fu represso e domato da un istintivo ascetismo prima e dalla malattia poi; fu di natura mite, assetata di verità e di pace, aperta al divino. Non accettava la mediocrità, ma cercava sempre ciò che le sembrava migliore, il più perfetto. Non amava i compromessi, le mezze misure, ma controllava le sue azioni e faceva le sue scelte guidata sempre dalla volontà di Dio, luce del suo cammino.
All’età di 22 anni, contro la volontà dei suoi genitori, entrò nel monastero carmelitano di S. Maria Maddalena de’ Pazzi in Firenze, pensando di rispondere in tal modo alla chiamata di totale donazione al Signore, ma nello stesso momento in cui ne varcò la soglia, si sentì quasi respinta. Durante la sua permanenza pregò intensamente il Signore perché le facesse conoscere la sua volontà e un giorno, mentre era in preghiera, ebbe l’ispirazione che doveva tornare nel mondo per “condurre anime a Dio”.
Rimase due mesi in quel monastero e poi tornò in famiglia, ma prima di lasciare Firenze fece la professione nel Terz’Ordine Carmelitano nella chiesa di S. Paolino. A Montevarchi, nella casa paterna, cominciò la sua missione educativa per le fanciulle povere, coadiuvata da alcune sue compagne.
Per la stima di cui godeva nel paese le fu affidata la direzione delle Scuole Normali femminili, che, per il suo impegno e dedizione nonché delle sue compagne, accrebbe sensibilmente il numero delle alunne.
Più tardi, incoraggiata dal suo Vescovo mons. Francesco Bronzuoli, dette inizio al Sodalizio di Suore Terziarie Teresiane con il beneplacito del Granduca Leopoldo II e l’approvazione dell’Ordine Carmelitano teresiano. Il 15 ottobre 1854 avvenne la vestizione delle prime quattro religiose.
Il passaggio di queste giovani dallo stato laicale a quello religioso suscitò l’ira dei notabili del paese, tra i quali imperava un forte senso anticlericale; da amici, divennero nemici e fecero di tutto per estirpare dal paese la presenza delle religiose. Il 30 dicembre 1860 raggiunsero il loro scopo e l’Istituto fu soppresso proprio quando cominciava ad estendere i suoi rami anche fuori Montevarchi, nella vicina Foiano della Chiana.
Nel 1875 si trasferì a Firenze dove riunì le antiche compagne, riformando la comunità con la protezione del Cardinale Eugenio Cecconi. Aprì la scuola di carità in cui accolse gratuitamente molte fanciulle povere, una scuola per giovanette di famiglie benestanti e un convitto, con un metodo pedagogico che si basava sulla visione dell’educazione come servizio e come rapporto personalizzato. Sembrava che tutto procedesse per il meglio e che l’Istituto potesse consolidarsi, ma, al pari di Mosè, ella non poté vedere che da lontano la terra promessa. Alla sua morte l’Istituto contava due suore, una novizia e una postulante.
La sua è stata una vita di fedeltà a Dio, di adesione a Lui nell’arduo cammino della croce.
Ha collezionato continui insuccessi sul piano umano, ma davanti al Signore ha sempre collezionato veri successi, perché conformata a Cristo crocifisso.
Per vocazione e per circostanze la Serva di Dio fu profondamente legata alla spiritualità carmelitana. Lo spirito di contemplazione è stato sempre vivo in lei. La Madre ebbe una profonda unione con Dio e dedizione a Lui. Questo “amor puro” per Dio la spinse all’offerta sempre più generosa al servizio degli altri: “lasciare Dio per Dio”. La carità si esprimeva nell’impegno per “i piccoli” della terra donando non solo denaro e mezzi di sopravvivenza, ma anche ascolto e consiglio. Questo anelito così radicato in lei, plasmò la spiritualità dell’Istituto tanto che si espresse con il quarto voto “a prestarsi a utilità del prossimo per mezzo dell’istruzione morale cristiana e civile” delle fanciulle del popolo.
Madre Maria Teresa Scrilli muore il 14 novembre 1889. La fama di santità che la accompagnò in vita, continuò e si consolidò negli anni successivi al suo ingresso nella beatitudine eterna.
Ma anche il suo Istituto crebbe, varcando i confini dell’Italia e diffondendosi in tutti i continenti. Infatti il 29 gennaio 1929 veniva eretto “di diritto diocesano” e il 31 marzo dello stesso anno affiliato all’Ordine Carmelitano. Il 27 febbraio 1933 l’Istituto veniva dichiarato “di diritto pontificio” assumendo definitivamente il nome di “Istituto delle Suore di Nostra Signora del Carmelo”.
L’Istituto, ottenuto il nulla osta della S. Sede, introdusse, nella diocesi di Fiesole, la Causa di beatificazione e canonizzazione e negli anni 1989-1991.
La causa di Beatificazione arriva a Roma e il 2 dicembre 2003 la Madre Maria teresa Scrilli è dichiarata dalla Chiesa, Venerabile, perché ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse.

Un sogno che diventa realtà

Quante volte ci siamo chieste: vedremo la beatificazione della nostra Madre Fondatrice? E da quando si è conclusa la fase diocesana ad ogni incontro ci si chiedeva si sa nulla? Sembrava che il tempo, avaro, si fosse fermato e non volesse darci la gioia di vedere la nostra amata Madre Maria Teresa Scrifii all’onore degli altari.

Finalmente quel giorno è arrivato e insieme, come vera famiglia umta in Cristo, potremo ben presto glorificare Dio per il dono che ci è concesso.

Rendiamo grazie a Lui che attraverso la Madre ci indica la via della santità per la quale tutti, come battezzati, siamo chiamati a percorrere.


Storia di una beatificazione
Sembra scontato ritenere una fondatrice santa perché è colei che, docile alla ispirazione dello Spirito dà inizio a una famiglia religiosa con uno specifico carisma, ma non è altrettanto certa che la sua santità possa essere riconosciuta dalla Chiesa.

Le nostre prime Consorelle durante la vita terrena della nostra Madre ne ammirarono le virtù e le trasmisero a quel seme che germogliò abbondantemente molti anni dopo la sua morte. Rimase sempre vivo il suo ricordo, il carisma da lei vissuto e trasmesso, la sua santità. Quando rlstituto, per opera della Madre Maria Mosca si fu consolidato, si cominciò a pensare alla beatificazione e quindi all’apertura di un processo diocesano.

Iniziò così da parte della Madre Fedele Frappa, allora Segretaria Generale della Madre Maria Mosca, e da parte del P. Telesforo Fiorentini, O. Carm., postulatore provinciale, la raccolta sia di testimonianze relative alla vita e alle virtù della Madre da persone che l’avevano conosciuta, sia di grazie ottenute per sua intercessione. Si sa che nel cammino dell’Istituto si sono frapposti molto spesso ostacoli che gli hanno impedito un viaggio tranquillo ed anche in questa occasione non ne mancarono. Motivo principale fu la seconda guerra mondiale e la difficile ricostruzione del Paese. Certamente in quei dolorosi anni non si poteva pensare ad altro che alla sopravvivenza e all’aiuto ai meno fortunati. Seguì la morte di coloro che avevano iniziato a lavorare per introdurre il processo e per lunghi anni non se ne parlò più. Non venne meno però la venerazione verso la Madre Scrilli. Ne è testimonianza il fatto che sempre nell’Istituto si sono celebrate le ricorrenze della sua nascita, morte e fondazione; nei diversi traslochi fatti a Firenze, la salma della Madre ha seguito sempre le sue Figlie ed ha avuto il primo posto nella Casa Madre.


Nel 1954 anno centenario della fondazione dell’Istituto, si ravvivò il desiderio di vedere la Fondatrice onorata sugli altari, ma solo il 16 marzo 1986 rlstituto, nella persona della Madre Clemens Pezzini, e la comunità parrocchiale di Montevarchi, nella persona di mons Emilio Romagnoli, chiesero ufficialmente a Mons. Luciano Giovanetti, vescovo di Fiesole, di aprire il processo diocesano per l’esame delle virtù della Madre. Ottenuto nel 1988 il nulla osta della Congregazione per le Cause dei Santi, il 12 novembre dell’anno seguente si iniziò nella diocesi di Fiesole il processo. La Madre era morta a Firenze per cui il processo doveva svolgersi in quella città, ma essendoci in quella diocesi altre cause in corso piuttosto impegnative, il Cardinale Silvano Piovanelli dette il permesso di svolgere la causa a Fiesole.

Il 15 ottobre 1991 nella sede della Congregazione ci fu l’apertura degli atti processuali e iniziava così la fase romana che si è protratta fino al riconoscimento delle virtù.


Il 20 dicembre 2003 il Santo Padre Giovanni Paolo Il, di venerata memoria, firmò il decreto sull’eroicità delle virtù della Madre.

Mancava l’ultima fase, quella del miracolo.

Nei mesi gennaio-marzo 1995 fu fatto il processo a Manaus su un presunto miracolo e il 22 maggio 1998 la Congregazione delle Cause dei Santi riteneva validi gli Atti del processo. Il 26 ottobre 2004 il Congresso dei Teologi riconosceva come miracolo la guarigione della signora Deuzuita Linhares da Silva.

Il 19 dicembre 2005 Papa Benedetto XVI firmava il decreto sul miracolo. Qui è tutto il cammino verso la beatificazione della nostra amatissima Madre.



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