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Arte e Cultura
Il Santuario di S.Maria delle Grazie è noto per l’apparizione della Madonna, avvenuta, secondo le cronache, il 20 maggio 1428 a Monna Giovanna, una semplice popolana, abitante nelle vicinanze di questo luogo, allora Fattoria appartenente all’Ospedale di S.Maria Nuova di Firenze.
Correva appunto l’anno 1428 e Monna Giovanna un giorno, approfittando di un momento di tempo sereno, si allontanò dal suo casolare per attendere al lavoro dei campi. All’improvviso fu sorpresa da un forte temporale e, non potendo rientrare in casa, trovò rifugio in una spelonca coperta di tronchi d’albero, situata sopra un masso banco. Giunta al riparo, Giovanna si mise a pregare.
A un tratto fu avvolta da una luce di eccezionale splendore e le apparve una figura celestiale di Donna di straordinaria maestà e bellezza che posava il piede sul masso bianco.
Giovanna sentì e comprese che la Signora era la Madre di Dio. La Vergine le parlò maternamente dicendole che:
“Se le genti volessero allontanare tanti castighi e sciagure maggiori, edificassero qui, in suo onore, una Chiesa nel luogo da Lei stessa prescelto; e costruita che l’avessero, rendessero omaggio e venerazione a Lei con preghiere costanti”.
Il luogo dove si era rifugiata Giovanna continuava a risplendere di una luce fulgentissima quando un pastore, Pietro Campodonico, avvicinatosi constatò di persona il prodigio. Poco dopo Giovanna ripetè la narrazione a Messer Luca, pievano di Stia, che non tardò a crederle, conoscendo la bontà e semplicità di Giovanna: subito egli si portò processionalmente, coi parrocchiani, sul posto in cui era avvenuto il miracolo. Sentimenti di pietà religiosa si risvegliarono in tutta la gente del contado, divulgandosi non solo nelle parrocchie vicine, ma all’intera vallata del Casentino, fino alle città di Arezzo, Firenze e Siena.
La costruzione della Chiesa, iniziata per volontà unanime di autorità (tra cui “messer Luca lo Pievano” di Stia ed il Conte Neri di Porciano) e di popolo, con le offerte ed i doni lasciati dai devoti, fu condotta a termine l’8 settembre 1432.
Nel settembre del 1474 un improvviso incendio distrusse totalmente l’edificio con tutta la suppellettile e le immagini. Si provvide subito alla ricostruzione da parte dello Spedalingo di S.Maria Nuova, cui la Chiesa apparteneva, coadiuvato delle offerte dei fedeli.
Nel 1490 l’edificio era già ricostruito come ora lo vediamo: il Santuario si chiamò fin dall’inizio S.Maria delle Grazie: il 20 maggio di ogni anno i fedeli dei paesi vicini sono soliti venire processionalmente a celebrare la festa dell’apparizione.
La Chiesa è un elegante edificio di architettura fiorentina, preceduto da un portico sulla sinistra della facciata, campanile a vela a tre luci in pietra arenaria
L’interno è costituito da una sola navata con ampio presbiterio. Alle pareti laterali sono addossati due altari di pietra lavorata, di cui notevole quello di sinistra del sec.XV, finemente scolpito.
Alla parete sinistra è murato un pulpito in pietra di forma ottagonale, sostenuto da due mensole.
Il presbiterio, opera di pregio artistico del sec. XVI, di forma quadrata, è incorniciato nel prospetto da due pilastri ed un archivolto in pietra, decorati da fogliami in rilievo, finemente lavorati ed è recinto all’interno da un cornicione in pietra, decorato da una serie di 30 teste di cherubini in terracotta smaltata, intercalate da 5 stemmi dell’Ospedale di S.M.Nuova
Nei pennacchi stanno i tondi dei 4 Evangelisti, anch’essi in terracotta invetriata.
Tanto i tondi che il fregio invetriato sono opera di arte robbiana, della bottega di Andrea (1435-1528), da riferirsi all’inizio del sec.XVI. Nei vani sottostanti, a forma di centina, sono collocate a destra e a sinistra, due grandi robbiane raffiguranti l’Apparizione della Madonna alla Beata Giovanna ed al presepio.
Sotto le robbiane ricorre un sedile in legno intarsiato del sec.XV. Al centro del presbiterio, l’altare maggiore, in marmo lavorato, sorge sopra il masso dove apparve la Vergine.
DA SEGNALARE
TAVOLA DELLA MADONNA COL BAMBINO
La tavola è stata asportata da ignoti la notte del 22 maggio 1985, quella attuale è una copia.
LUNETTA DELL’ANNUNCIAZIONE
E’ un bassorilievo in terracotta invetriata di bianco su sfondo azzurro, raffigurante l’Annunciazione della Vergine.
Tra la Madonna e l’Angelo sta un alto leggio con libro aperto.
Opera d’arte della scuola robbiana, da riferirsi all’inizio del sec.XVI.
AFFRESCO DELLA MADONNA COL BAMBINO
Sopra la porta di sacrestia, misura m.1,55x0,90.
La Vergine, seduta in trono, tiene in braccio il Bambino ritto sulle ginocchia, con ai lati due angeli a mani giunte e la figura del donatore genuflessa. Affresco di notevole pregio artistico.
Il Berenson ascrive l’opera a Davide Ghirlandaio (1452-1525).
TAVOLA DELLA CROCIFISSIONE
Dipinto su tavola di m.1,98x1,16
Raffigura la scena della Crocifissione: Gesù in croce agonizza, ai lati due angeli raccolgono il sangue che sgorga dalle ferite. A sinistra sta la Madonna, a destra S.Giovanni Evangelista, in basso la Maddalena che abbraccia la croce.
Il dipinto, opera del fiorentino Paolo di Stefano Badaloni, detto Paolo Schiavo (1397—1478), è di grande interesse.
CIBORIO PER GLI OLI SACRI
Presso la porta di sacrestia.
E’ in pietra serena, scolpito a forma di piccola porta, cono pilastrini e frontone triangolare, sormontato da fregi ornamentali.
Opera di arte toscana, della prima metà del sec.XVI.
PILA PER L’ACQUA SANTA IN MARMO
A destra della porta laterale, opera di pregio artistico del sec.XVI.
PILA PER L’ACQUA SANTA IN
TERRACOTTA.
A sinistra dell’ingresso principale.
Le parti invetriate e policromate sono opera della bottega dei Della Robbia, da riferirsi al sec. XVI.
BANCO PER ARREDI
Si trova nella Sacrestia, addossato alla parete di sfondo. Le condizioni di conservazione sono buone.
Opera del principio del sec.XVI
Dietro la Chiesa, il fabbricato con ampio loggiato e l’ampio piazzale, circondato da secolari cipressi, era anticamente adibito a Fattoria dell’Ospedale di S.Maria Nuova.